🎀 Cipressi al buio e gioielli in luce
"Viaggio" in una villa fra Firenze e Fiesole; m'inquieta la strada al buio ma quando arrivo alla dimora eccomi proiettata in un mondo tutto luce
Se conosci qualcuno che svolge una professione creativa, andare a vedere dove espone i suoi lavori è un’occasione maiuscola di conoscersi meglio nel corso di una serata bella che si festeggia insieme.
Però… e se il luogo dell’evento sopra citato si trovasse posizionato a metà strada fra un’urbe sdraiata in una valle, e l’altra, in cima a una collina, e l’appuntamento fosse stato fissato alle 18 di un lunedì di fine ottobre quando è già buio, e voi vi doveste organizzare in pullman… ci andreste?
Non mi sono posta il problema. L’amicizia è importante coltivarla, e Brenda e io ci siamo conosciute alla chiesa inglese di St. Mark’s; frequentiamo tutte le domeniche, e senza volerlo stiamo portando avanti l’eredità storica di un luogo di culto che nell’800 fu anche importante punto di riferimento per tanti artisti di fama, fra cui i preraffaelliti.
E così il citato lunedì ho preso il mio bravo pullman; certo, non prima di una buona mezz’ora passata a scrutare la mappa di Firenze e dintorni per cercare di capire l’esatta localizzazione del posto 🎋… Eh sì che dovrei essere io l’esperta, vero? Diciamo piuttosto che so orientarmi senza perdere la calma.
Scesa alla fermata, sapevo di dover prendere una stradina con due curve che sarebbe sfociata nell’arteria principale, da cui avrei dovuto svoltare prima a sinistra e infine a destra, immettendomi nella strada al cui numero civico 6 🍃 si trova l’associazione culturale Il Palmerino, sede dell’appuntamento.
Sono abituata a stradine con nessuno in giro che sembra mezzanotte e invece son le 17:40… 🌱 E’ buio, qualche lampione illumina solo il selciato, ma almeno si può camminare. Però fa anche lo strano effetto di evidenziare l’oscurità in cui è immersa la natura, i cipressi che ornano certe ville sbarrate, che con questo buio sanno di deserto.
Qualche inquietudine te la danno, anche se la zona è reputata sicura 🌿 Vale la pena di quel po’ di sforzo fatto prima di uscire sulla mappa. Solo mi domando perché vanno a fare mostre in posti così isolati?
Quando però imbocco la stradina definitiva, d’improvviso sono tentata di tornare indietro. Forse è meglio che torni quando c’è il sole. Se ti fa paura, oh… hai paura e punto.
La luce di un lampione (nascosto fra gli alberi) illumina solo un punto dell’asfalto, la continuazione sembra avvolta nel buio più totale… 🌲 Perplessa sul da farsi, decido di tentare fino al punto luce, e da lì valutare se andare avanti o meno.
Scorgo un’altra luce più avanti, con le stesse caratteristiche di illuminazione appena sufficiente ma non totale 🪴 Proseguo, fino a che dal buio salta fuori uno che fa jogging. Proseguo ancora, arrivo a un bivio… e adesso? Ma dove caspita vado a finire?? No, no, io torno indietro…
Arriva un’auto. Mi domanda indicazioni per una certa villa mai sentita. Rispondo che mi spiace, ma non so (e poi che ne so, a me lo chiede? eh già: non c’è altra anima viva in giro…).
Spunta nel frattempo un’altra auto; vado ancora avanti, pur con tanta voglia di far dietro front… Finalmente, ecco un cancello aperto col volantino! Inaugurazione di mostra fotografica di artigiane.
La pena di qualche inquietudine precedente è valsa!
Dal tunnel tutto buio arrivo improvvisamente ad un luogo tutto luce. Nel senso non solo di visuale chiara, ma anche di ricchezza di tutto: colori, libri, oggetti di una volta…
Brenda ha frequentato l’istituto Polimoda, poi da due anni si è specializzata in disegno di gioielli. Io non li avevo ancora visti, ero molto curiosa ed è stata una grande sorpresa. In particolare ha colpito una collana a mo’ di collare, di aspetto regale, come a voler proteggere il collo oltre che ornarlo.
Il suo stand è sulla destra. Noto subito la stessa luce a cui accennavo prima negli scatti stupendi della villa medicea La Petraia, a cui la mia amica si è ispirata per questa particolare collezione.
In due foto di lei al lavoro viene mostrata la tecnica di realizzazione delle bozze: con eleganti guanti neri, indossati per non sporcare, e pennello su base anche questa nera, ha ideato delle parure complete di orecchini, collana e bracciale.
L’angolo suscita molta curiosità e ammirazione da parte di diverse signore che si fermano, chi per una foto chi per fare domande o complimenti.
Che aggettivi usare? A seconda delle attività esibite si può dire bravo, capace, creativo. Ma in questo caso, elegante è di sicuro quello più adatto.
Il nero dello sfondo su cui risalta il bianco-argenteo delle linee, mi ha ricordato certi ritratti di Giovanni Boldini, e non mi ha neanche rimandato al buio passato per arrivare qui. Quello anzi, è proprio rimasto fuori.
La vista di un soggetto di bellezza classica, come una villa dei tempi della famiglia più famosa del Rinascimento, ha certamente ispirato qualcosa di altrettanto gentile, che solo un tocco femminile sa riempire di grazia.
Una volta pronte, le bozze vengono passate agli orafi per la realizzazione, e poi… vedremo che cosa succederà.
La serata prosegue con aperitivo e chiacchierata occasionale, purtroppo con una ressa impossibile lanciata tutta insieme ad assaltare il buffet. Neanche vado a rifugiarmi in un angolo che mi sollecitano subito a spostarmi per non intralciare il passaggio degli inservienti…🤨
Torno sulla domanda di prima: perché dunque fare eventi in posti isolati? Credo che la risposta stia nell’eredità ricevuta da chi ci è vissuto prima di noi.
Il bello della Toscana vera avviene proprio in queste ville in cui hanno vissuto famiglie da generazioni. Senza una vita a ritmo equilibrato, che si può vivere solo stando lontani da fracassi cittadini, non ci sarebbero artisti, letterati, artigiani…
Nella villa del Palmerino, appartenuta alla scrittrice e saggista inglese Vernon Lee, scopro che ad artisti e letterati si dà anche ospitalità!
Ciò che importa quindi non è tanto il luogo isolato, quanto quello che solo lì c’è.
Auguro a Brenda che questa occasione l’aiuti a trovare la sua strada di realizzazione professionale e umana. Dice che a volte le verrebbe voglia d’andarsene da Firenze; però, com’è difficile…
Il proposito di una storia è fare conoscere una realtà interessante e promuoverla, sia essa un territorio, una struttura o un’arte. Vuoi raccontare la tua?