🎀 Sentieri che somigliano ad un labirinto
Firenze, quartiere Le Cure. Finita la città, si entra in natura, ritrovandosi a camminare fra mura così alte che sembrano labirintiche
Primi caldi di maggio, chiacchierano i merli, preludio della prossima estate. Le rose sbocciano da un balcone superando la ringhiera per inseguire il sole e mostrarsi in colori e profumo al passante. Un cartellino invita gentilmente a non strapparle. Perché poi dovrebbero farlo…?
Siamo a Le Cure, probabilmente il più fiorentino dei quartieri del capoluogo toscano. Spazi di natura e gente del posto, con una storia propria, il mercato mattutino, tutti i negozi possibili (un gioielliere qui??), una stazioncina, una bella piazza, un brutto cavalcavia, e soprattutto il fiume con la sua paperopoli 🦆
Ogni tanto spuntano qua e là case con facciate medievali, come quella gialla con su l’indicazione dell’anno in latino, e che sbarra il cammino obbligandoti a scegliere: destra o sinistra? Sinistra, naturalmente.
Ci sono almeno due percorsi che (se vuoi 😉) ti portano a piedi a Fiesole
1.
Lungo Via della Piazzuola la strada imbocca un cunicolo a fianco del Collegio delle Querce, ex scuola che non ho capito se si stia vestendo da nuovo albergo.
E’ questo il punto di confine con il viavai, e si entra in una dimensione quasi opposta. La zona è isolata, piena di ville, campi di ulivi e fichi d’India. Le strade sono larghe appena una decina di passi.
Spuntano papaveri solitari in mezzo alla pietra. Mentre faccio fotografie ad ogni angolo, un macchinone protesta perché si trova stretto fra un’auto e me. Passa persino un’utilitaria di non so quale epoca, non faccio in tempo a riprenderla.
Devo stare attenta a dove mi appoggio, perché c’è “traffico” anche sul muretto, e non si sa mai… l’ultima estate mi sono accorta di formiche rosse (che a differenza delle cugine nere, mordono) 🐾
Arrivo a un bivio dove andando avanti si continua verso l’ospedale di Camerata (San Domenico), ma io giro alla mia destra, praticamente torno indietro ma per un’altra strada.
Le mura sono così alte, che non si riesce a vedere niente se non puntando lo sguardo verso l’alto
Si rientra a Le Cure scendendo la grandiosa scalinata davanti a Via Lasca, fermandomi nei due incroci successivi per 4 secondi in mezzo alla strada. Incredibile visuale suggestiva, prima la chiesa, poi l’ultimo sguardo alla collina.
2.
Da Via Boccaccio camminando sul lungofiume, senza perdersi (mi raccomando!) il viavai della fauna 🐦🪶
In due parole e mezza: acqua di solito trasparentissima che pettina le alghe, piena zeppa di pesci di tutte le taglie, un canneto dimora di rane che si fan sentire la sera, un grosso airone cenerino che di norma passa la giornate a godersi “aperitivi” ma che una volta ho visto ingoiare intero un pesce grosso 😯
Un paio di ponticelli dopo, si entra di nuovo come in un cunicolo. Non hai scelta, puoi andare solo in avanti
La strada è abbracciata da alberi, e i tronchi dall’edera; un verde riposante, ma di notte fa un po’ l’effetto 4 mosche di velluto grigio 😱
Mozzafiato il campo degli ulivi a destra, con il prato tosato e se va bene anche lo strano verso di qualche fagiano.
Superate varie curve e una villa che ricorda un po’ il borgo medievale di Torino, si giunge ad una chiesetta, e da lì la strada si restringe (!), obbligando le auto a circolare rigorosamente a sensi alterni.
Pochi metri ed eccomi a San Domenico. Il viavai tecno-umano ricomincia. Panorama ampio da godere: la gran villa bianca sormontata da due torrette è quella dei Ferragamo, Salvatore e Wanda sono sepolti qui. Anche Piero Farulli, fondatore della scuola di musica di Fiesole.
Più a destra un’altra torretta è quella dove fu girato Camera con vista.
Prendo la stradina opposta a chiesa e cimitero, per andare a vedere la Badia Fiesolana, una strada dove il marciapiede è micro.
Un ultimo tratto di discesa brusca e mi ritrovo sul ponte di ritorno verso la Via Faentina. Da lì torno verso Le Cure, non c’è più niente di particolare da vedere. A meno che non succeda quello che è successo a me, e cioè di incontrare un gruppetto di oche brune! Io che le oche le ho sempre credute bianche… 😂
In piazza Le Cure ancora un saluto alla memoria: tre pietre d’inciampo ricordano la famiglia Levi, che viveva qui.
Si torna fra i vivi, la piazza si anima, c’è chi si ferma a cena o per un gelato.
Mi sento come se fossi stata in tutt’altro mondo 😌